La festa della Toscana, giunta alla XVI edizione, è stata
celebrata a Pienza martedì 28 febbraio 2017, con un ricordo particolare a Mario
Luzi, in occasione del dodicesimo anniversario della sua morte avvenuta la
mattina di lunedì 28 febbraio nella sua cameretta francescana di via Bellariva
a Firenze.
La manifestazione, ideata e curata dalla dottoressa Giovanna M.
Carli, in collaborazione con il Centro Studi Mario Luzi “La Barca” promossa
dalla Regione Toscana con il Patrocinio del Comune di Pienza, si è svolta nella
Sala del Consiglio Comunale alla presenza del Sindaco Fabrizio Fé e del Vice
Sindaco e assessore alla cultura Giampietro Colombini.
Ha aperto la cerimonia il Sindaco Fé, che ha ricordato la figura
di Mario Luzi, nominato cittadino onorario nel 1994, che per oltre trent’anni
ha trascorso tutte le estati a Pienza, eleggendola come luogo ideale del suo
lavoro e del suo riposo. Grande poeta, ma anche uomo dal profondo senso civico,
semplice e gentile, fu accolto da tutti come un amico, un parente. Il Sindaco
ha poi ringraziato il Presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, per la
sua vicinanza alla nostra città che ha inviato saluti e auguri per la riuscita
della cerimonia.
Il Vice Sindaco Colombini ha invece sottolineato le numerose attività
culturali promosse da Pienza nell'ambito di una forte tradizione, vedi gli
importanti incontri e Convegni, anche internazionali, dello scorso anno, per le
celebrazioni per il ventesimo anniversario del riconoscimento da parte
dell'Unesco del Centro storico di Pienza, in linea e nel rispetto della
delicata bellezza della città ideata da Pio II.
Giovanna M. Carli ha quindi ricordato che la cerimonia intende
rivivere quel clima di futuro e tradizione che fu proprio dell'epoca
leopoldina, con una mostra corale, comunitaria, presentando le opere “luziane”
degli artisti pientini Biagiotti, Formichi, Mammana, Paolucci e Sbarluzzi, nel
cortile del Museo Diocesano di arte sacra che conserva gelosamente, oltre il
celebre Piviale, importanti opere di Luca Signorelli, Pietro Lorenzetti, Fra
Bartolomeo, Il Vecchietta, il Sassetta. Una scelta precisa, dunque, quella del
progetto di coniugare la luce della ragione con quella della spiritualità, e di
stabilire una relazione importante non solo tra tradizione e modernità, ma
anche e soprattutto nella rievocazione dell’uso delle tradizioni, nel ritorno
alle eredità, per rinnovare la creatività e le responsabilità civiche di
un’intera comunità.
La Carli ha quindi invitato l'attrice e regista Paola Lambardi a
leggere la poesia “Ab Inferis”, composta da Mario Luzi per la prima edizione
della Festa della Toscana una denuncia accorata contro la pena di morte, e
subito dopo la poesia “Sia detto” per Firenze, dopo le bombe assassine di via
dei Georgofili. La critica d’arte ha quindi illustrato le opere degli artisti
pientini amici legati da lunga amicizia con Mario Luzi. Emo Formichi ha esposto
nell'occasione il “Crocifisso”, la grande scultura realizzata con pezzi
metallici e rottami di vecchie auto secondo il suo personalissimo stile, mentre
lo scultore Piero Sbarluzzi , ha inserito nella Mostra una testa in ceramica
bianca raffigurante un Luzi inedito, pensoso. Un esemplare è stato,
recentemente, donato a Mauro Pagliai, editore e imprenditore toscano, in segno
di amicizia e per la sua attenzione nei confronti di Mario Luzi e della città
di Pienza.
"Piero Sbarluzzi" ha ricordato Carli “ha quella innata capacità
scultorea dal sapore antico. Per certe figure, quasi tridimensionali,
aggettanti dai pannelli che parlano di una civiltà antica che oggi varrebbe la
pena riscoprire, ricorda addirittura le raffigurazioni dei mesi dei Battisteri
di Pisa e di Parma”. "Agnese Mammana invece" ha continuato Carli "riesce a
instaurare un rapporto di comunicazione diretta col pubblico, soprattutto con i
bambini, giungendo alla definizione della sua opera - comunità: Philomondo, un
happening, un’installazione dal forte significato valoriale".
Il Presidente del Centro “La Barca” collegandosi al tema della
manifestazione “Pienza di luce”. Arte, Tradizione, Innovazione, comunità, dopo
la lettura della poesia “Mi guarda Siena” da parte dell’artista Paola Lambardi,
una delle voci più care a Mario Luzi, ha ricordato il forte legame di Luzi con
Siena, la città alla quale era molto legato per i suoi studi giovanili che lo
legarono per sempre all'arte alla poesia.
Petreni, ha quindi, parlato della bella scultura in ferro battuto
realizzata da Mario Biagiotti in omaggio a Pienza, con la rappresentazione
della facciata della cattedrale circondata dai versi originalissimi di Mario
Luzi “Pienza luce tra le sue mura ariosa” da cui si evidenzia una significativa
“Sa-Pienza”. La lettura della poesia “Il Seme”, a cura sempre della Lambardi,
tratta dal “Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini” ha portato Petreni,
a presentare l’opera di Enrico Paolucci, un espressivo pannello in
bassorilievo, conservato nel Centro studi pientino, ispirato appunto alla
poesia di Luzi. Enrico, vero figlio d’arte, pitto-scultore, è molto noto per le
sue opere in cartapesta nelle quali la carta scolpita viene ad essere
completata pittoricamente attraverso una tavolozza varia: in esse la concezione
artistica è fissata nella materia attraverso la modellatura a mano.
Al
termine della cerimonia, tutti al Museo diocesano per la visita alla Mostra che
rimarrà aperta fino al 28 marzo prossimo in onore della Festa della Toscana,
per Mario Luzi, per la città di Pienza e per tutti coloro che vorranno recarsi
ad ammirare le opere di cinque originalissimi artisti.
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Autrice del testo la dott.ssa Francesca
Petreni
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